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17 ottobre 2012 3 17 /10 /ottobre /2012 00:40

 

stoner-coverNon sempre la vita riserva felicità, bellezza e gioia, anzi quasi sempre se riusciamo a raggiungere, magari per poco, una di queste condizioni, ci riusciamo a costo di grandi fatiche e dolorose  privazioni. William Stoner, all’inizio di questo romanzo, sembra aver scoperto ciò che lo rende felice. All’università dove studia agraria, c’è l’obbligo di sostenere un esame di letteratura inglese: la letteratura da allora in poi sarà la sua vita, tutta la sua vita.

Sarà l’unica cosa bella, o meglio non l’unica, ma quella a lui più fedele.  La vita di William Stoner, che tanto somiglia a quella di chi la scrive, è una vita triste, difficile, piena di solitudine e cattiverie subite.

Stoner diventa un professore universitario, insegna per anni con passione, nonostante i sabotaggi di un collega astioso e vendicativo, sposa una donna insipida, frigida e animata da un ingiustificato rancore, ha una figlia che ama, ma che subirà la cattiva influenza della madre. La luce arriva nella vita di quest’uomo quando conosce una promettente studentessa di cui si innamora e dalla quale è ricambiato, ma anche questa concessione alla bellezza in una vita piatta e incolore viene prontamente stroncata dalle autorità dell’Ateneo. Quando alla fine Stoner muore avrà vissuto  una vita triste, ma dignitosa dando il meglio di sé nel suo lavoro.

Anche le vite poco interessanti, anzi forse queste più di altre, sono d’esempio e ci dimostrano che è l’essere umano in sé a contenere mondi, ad essere vita.

Pubblicato per la prima volta nel 1965, poi quasi dimenticato, Stoner di John E. Williams è stato ripubblicato nel 2006 dalla New York Review Books, suscitando un rinnovato interesse da parte della critica e dei lettori. 

 

 

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