Alice è ormai diventata una creatura mitologica.
E' stata in grado di 'superare' il suo stato di libro Classico (e già diventarlo è un'impresa), arrivando ad essere qualcosa di più. Non solo è conosciuta da grandi
e piccini di tutto il mondo, non solo è una grande storia di avventura e fantasia, ma è anche un insieme di giochi linguistici e di 'perle filosofiche'. Ha ispirato l'arte in tutte le sue forme,
dal cinema, ai videogiochi, alla musica, alla pittura.
Chi non conosce il cartone della Disney? E come spiegare il successo di uno degli ultimi film di Tim Burton, Alice in Wonderland appunto, che travolse il botteghino
mondiale superando il miliardo di incassi e diventando l'undicesimo film più visto della storia? E cosa dire quando si scopre che persino Dalì si è dedicato ad illustrare una sua Alice?
Il bello di questa storia è il suo poter cambiare. Chiunque la legga ne potrà trarre conclusioni differenti e scoprirci qualcosa di nuovo. Alcuni si divertiranno
nel trovarsi immersi in una semplice avventura per bambini, altri rifletteranno su ogni singola frase.
Anche gli illustratori che si approcciano al capolavoro di Lewis Carroll vedono e sentono cose diverse, e due ottimi esempi li trovate da noi in libreria.
Il primo è un
volume di grande formato pubblicato da Rizzoli e magnificamente illustrato dal tratto elegante e mai banale di Rebecca Dautremer.
La Dautremer sfida Caroll stesso e propone un'Alice dal caschetto nero, in omaggio a quell'Alice Liddell che ispirò il reverendo Dodgson. Strane creature, sorrisi di gatto e gambe lunghe creano l'ennesimo capolavoro dell'illustratrice francese.

Il secondo volume è invece più particolare. Il formato è più piccolo rispetto al precedente e lo stile è completamente diverso. Ad Illustrare Alice, in questo caso, troviamo una delle più grandi artiste giapponesi viventi, Yayoi Kusama.
Il risultato è una serie di illustrazioni in cui risaltano i pois e i colori accesi, in cui le figure si fanno psichedeliche e riassumono i tratti distintivi dell'artista. Un'artista che, ricordiamo, è esposta, tra gli altri, al Museum of Modern Art di New York e alla Tate Modern di Londra, e che è stata omaggiata persino da Louis Vuitton che ha usato i suoi pois per creare una linea d'abbigliamento.
Insomma, un vero pezzo d'arte, edito da Orecchio Acerbo.