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6 maggio 2013 1 06 /05 /maggio /2013 14:42

Due-belle-sfere-di-vetro-ambrato.jpgLa stessa città, ma due epoche diverse.

La città è Venezia, nella sua più grande magnificenza e nella sua attuale decadenza, che continua comunque a spargere meraviglia nei cuori di chi la visita.

Le epoche sono la fine del Quattrocento e l'età moderna.

Cosa potrà mai accomunare questi due periodi? Semplice, una famiglia e un cavallo, quello raffigurato nella statua equestre del Colleoni, che nella città lagunare sfoggia la sua eleganza.

 

"Due belle sfere di vetro ambrato" ci racconta la storia di questo cavallo, che tanto destò la meraviglia del Colleoni da volerlo come modello per la sua statua. Un cavallo talmente magnifico che nemmeno da morto avrà pace, visto che una bellissima biologa russa, tale Eva Kant (sì, come quella di Diabolik), vuole cimentarsi in un'impresa impossibile: clonarlo.

 

Con una scrittura bellissima, curata e ritmata, l'autore ci porta a passeggio nella Venezia di fine Quattrocento, tra cavalli, dogi e l'arte di Leonardo Da Vinci, che alla Serenissima si recherà proprio per via del cavallo. E in un misto tra romanzo di fantasia, storico e giallo il lettore non può far altro che abbandonarsi all'avventura, annuendo alle colte citazioni a tema ippico del protagonista moderno, cavalcando in riva al mare e facendosi una sola, grossa domanda: cosa ci sarà nascosto dentro queste due belle sfere di vetro ambrato?

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