L’autore rivisita i 600 giorni dell’occupazione tedesca di Valdagno e del suo territorio sulla base di documenti italiani, tedeschi e austriaci.
Pagina dopo pagina, si assiste all’arrivo di reparti, comandi e uffici della Wehrmacht , al loro ramificarsi nella società valdagnese, alle ricadute che si ebbero nella vita quotidiana, nella gestione della cosa pubblica, nel mondo del lavoro. A distanza di settant’anni dagli eventi, gli occupanti cessano di essere una massa indistinta e acquistano un nome e una voce per dare la loro versione su eventi terribili come l’eccidio di Borga e la fucilazione dei Sette Martiri.
L’occupazione tedesca s’intrecciò, negli stessi mesi, con la presenza dei funzionari della Direzione Generale di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno e con quella degli uomini “Gamma” della Xᵃ Mas. Sono poi descritte le indagini della Questura di Vicenza sui valdagnesi sospetti di attività anti regime e vengono riportate la prime segnalazioni della presenza di bande armate in provincia.
Si svelano inoltre circostanze inedite sui rapporti tra Gaetano Marzotto e il generale della Luftwaffe Wolfram von Ricththofen e sui finanziamenti che lo stesso Marzotto che lo stesso Marzotto, tramite il vescovo Giuseppe Zaffonato, diede alle formazioni partigiane comuniste. Anche per quanto riguarda l’attacco della “Stella” al campo trincerato del Sottosegretariato per la Marina di Montecchio Maggiore, emergono dalla ricerca nuovi documenti.
Infine è ampiamente descritta per la prima volta la grande incidenza che ebbe nel Valdagnese il lavoro coatto imposto dai tedeschi attraverso le organizzazioni Todt e Pöll per lo scavo del Vallo Veneto e la fortificazione della linea Blu, ultimi bastioni posti a difesa dei confini meridionali del III Reich.
Un libro, dunque, che guarda in profondità dentro uno dei periodi più drammatici della nostra storia e rivela il volto sconosciuto di una Valdagno stretta nella morsa dell’occupazione straniera e della guerra civile.