Dobbiamo necessariamente trovare il tempo di fermarci e di offrire ai nostri figli la
possibilità di stare con noi e contemporaneamente di parlare con noi.
Ma parlare di cosa? Di quello che hanno fatto? Di quello che faranno? Dei giochi? Dei programmi?
Della scuola? Di televisione?
Potrei continuare offrendo esempi sui molteplici contenuti con cui spesso riempiamo le nostre
conversazioni, orientati da uno stile sociale che ci invade di incombenze pratiche.
Forse, però, troppo poco ci chiediamo: Come stai? Come ti senti? Sei triste? Sei allegro?
Sei soddisfatto di come sono andate le cose oggi? Raccontami quello che è successo e quello che avresti voluto succedesse … E anche qui le domande potrebbero essere infinite.
La differenza in cosa consiste?
Nelle prime indago sul fare, nelle seconde sul sentire. La diversità è abissale, perché sono
completamente diversi i piani d’indagine, di riflessione.
Ecco, io credo sia importante spostare il contenuto delle conversazioni in quest’ultima
direzione, per dare al bambino la possibilità di esprimere i suoi sentimenti, i suoi pensieri , le emozioni, siano esse positive o negative.
A noi il compito, poi, di guidarlo in questo viaggio, magari cogliendo l’occasione per
proporre a nostro figlio i nostri valori, perché qualcuno deve farlo e se il genitore non adempie a questo delicato e fondamentale compito, lascia un vuoto
educativo che verrà riempito da altri.
Altro problema che possiamo porci è il seguente: come fare a introdurre queste conversazioni
così intime e così poco superficiali? In fondo si parla di bambini.
Ebbene, le storie ci vengono in aiuto. I libri sono una fonte inesauribile di spunti per il
dialogo profondo. Intanto perché i temi sono trattati in mondi a misura di bambino ( i personaggi e le storie sono tarati per ogni età e possiamo scegliere accuratamente tra le varie
proposte) e le tematiche sono quelle dell’infanzia. Lo sanno bene gli scrittori che affrontano tanti problemi e lo fanno entrando nell’universo dei piccoli ed esplorandolo con maestria!
Allora prendiamo un libro e cominciamo a leggerlo a voce alta al nostro
bambino.Poi aiutiamolo a capire non solo la storia, ma anche le possibilità che la storia
stessa può regalarci: sono queste le conversazioni del cuore.
Il personaggio ti assomiglia?
Ti senti uguale a lui?
Sei coraggioso come lui o hai paura. Quando?
Si aprono porte mai attraversate e il libro si trasforma in
un’opportunità, un’occasione da non perdere: stare con il proprio figlio, donargli un tempo sano e parlargli di sentimenti.
Non mi sembra poca cosa!
Allora buona lettura e… buona qualità di
vita!
Mariella Lunardi